MONICA M.
Ho conosciuto Isabella quando mio figlio ha deciso che era ora di farsi aiutare ed è entrato nella comunità di recupero l’Approdo della quale lei era la direttrice.
Le sarò per sempre grata per essere stata la prima persona a spiegare a me e mio marito che la dipendenza è una malattia e per cui come tale si può guarire e se ne può uscire.
Gli incontri che lei organizzava, a cui ho partecipato sempre con grande interesse, sono stati fondamentali per fornirci gli strumenti giusti per rapportarci con nostro figlio e per smettere di essere manipolati da lui e dalla sua malattia.
Il suo linguaggio è sempre stato comprensibile anche per chi, come noi, non aveva mai avuto a che fare con la malattia della dipendenza.
Proprio qualche giorno fa ricordavo con mio figlio, con il quale ormai ho un rapporto meraviglioso, è di nuovo un ragazzo stupendo e affettuoso, di quanto in uno di questi incontri, Isabella aveva usato due bottigliette d’acqua per rappresentare l’io buono e l’io cattivo della persona quando sta in uso ed alla mia domanda se mai l’io cattivo avrebbe smesso di avere il sopravvento sull’io buono  lei mi aveva risposto che “certo, ad un certo punto l’io cattivo va a cuccia!”
Non avrebbe potuto usare parole più semplici e nello stesso tempo più efficaci. 
E le sarò sempre grata per averci fatto conoscere i gruppi di auto-aiuto dei Familiari Anonimi, che, con lo studio dei 12 Passi, e con il confronto con altri genitori e parenti di persone malate come nostro figlio, ci hanno guidato ed incoraggiato nel periodo più buio della nostra famiglia.
Grazie di cuore